Roundabout un viaggio progressivo attraverso la melodia e l'energia

 Roundabout un viaggio progressivo attraverso la melodia e l'energia

“Roundabout,” celebre brano dei Yes, è un capolavoro di musica progressiva che fonde armoniosamente strutture complesse con una melodia memorabile e contagiosa. Pubblicato nel 1971 sull’album “Fragile”, il brano divenne uno dei successi più grandi della band, raggiungendo la posizione numero 13 nella classifica Billboard Hot 100 negli Stati Uniti.

Un’introduzione epica: la progressione armonica di “Roundabout”

“Roundabout” si apre con un riff distintivo di chitarra acustica suonato da Steve Howe, che introduce una melodia orecchiabile e dolce. La successiva entrata del basso di Chris Squire e della batteria di Bill Bruford crea una base solida per l’ingresso del canto di Jon Anderson. Il brano procede con una progressione armonica complessa, tipica del genere progressive rock, dove accordi inusuali si alternano a cambi di chiave sorprendenti, creando un’atmosfera evocativa e ricca di tensione.

Strumento Esecutore
Voce Jon Anderson
Chitarra acustica e elettrica Steve Howe
Basso Chris Squire
Batteria Bill Bruford
Tastiera Rick Wakeman

La voce di Jon Anderson, caratterizzata da un timbro limpido e angelico, si intreccia con la complessità musicale creando una fusione unica. La melodia vocale è semplice ma efficace, rimanendo impressa nella mente dell’ascoltatore anche dopo il primo ascolto.

Un viaggio musicale: l’alternarsi di sezioni distintive

“Roundabout” non segue una struttura canzone tradizionale; invece, si sviluppa in diverse sezioni, ognuna con una propria identità sonora e un ruolo specifico nella narrazione musicale del brano. Dopo l’introduzione acustica, il brano si intensifica con l’ingresso degli strumenti elettrici e la voce di Anderson. Seguono poi un assolo di chitarra virtuosistico di Steve Howe, un momento di pausa strumentale che enfatizza il contrasto dinamico del brano, e una sezione più energica con il ritornello “Roundabout” ripetuto diverse volte.

La sezione centrale presenta un cambio di ritmo e di chiave, creando una sensazione di viaggio musicale inaspettato. Qui si evidenzia l’abilità tecnica di Rick Wakeman alle tastiere, che arricchisce la melodia con armonie complesse e sfumature sonore evocative. Il brano culmina con un’ultima ripetizione del ritornello, sempre più potente ed energico, prima di concludersi con un ultimo riff di chitarra acustica che richiama l’introduzione.

La genesi di “Roundabout”: un percorso creativo controverso

La storia della creazione di “Roundabout” è ricca di aneddoti interessanti e talvolta divertenti. Il brano nacque inizialmente come un semplice sketch musicale ideato da Jon Anderson durante una pausa di registrazione.

Tuttavia, la complessa struttura del brano si rivelò un ostacolo durante le prove, causando tensioni tra i membri della band. In particolare, Steve Howe inizialmente rifiutò di suonare il riff principale, ritenendolo troppo semplice per la sua abilità chitarristica. Dopo lunghe discussioni e compromessi, il brano fu finalmente completato, rivelandosi un successo inaspettato sia per la band che per i produttori.

L’eredità musicale di “Roundabout”: una pietra miliare del progressive rock

“Roundabout” ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica, diventando uno dei brani più famosi e amati del genere progressive rock. La sua struttura complessa, la melodia orecchiabile e l’energia contagiosa hanno ispirato generazioni di musicisti, contribuendo a diffondere il movimento progressive rock in tutto il mondo.

Il brano è stato utilizzato in numerose colonne sonore cinematografiche e televisive, diventando una vera e propria icona culturale. Oggi, “Roundabout” continua ad essere eseguito live dalle band di tribute e dai fan di tutto il mondo, testimoniando la sua bellezza senza tempo e il suo potere evocativo.